La formazione outdoor è una metodologia di sviluppo delle capacità manageriali che utilizza il supporto di situazioni pratiche e reali generalmente svolte all’ aperto (out-door per l’ appunto). Sono situazioni tipiche lo scalare una montagna, il salire su di un albero o ancora l’ attraversare un ponte sospeso e cioè situazioni complesse che pongono il partecipante di fronte ad un’ esperienza pregnante tanto dal punto di vista comportamentale che emotivo. Sebbene le situazioni proposte siano difficili esse tuttavia non sono mai estreme o di particolare rischiosità; da qui la ben precisa distinzione con i corsi di sopravvivenza che si basano piuttosto sul vivere un’esperienza limite.
COME FUNZIONA
La formazione outodoor si articola in tre momenti: l’ azione, l’ osservazione e l’ articolazione di modelli mentali. Fulcro della formazione outdoor è l’azione e cioè la situazione da vivere ed agire così come proposta dal conduttore. A tale momento viene dedicata la maggior parte del tempo e delle energie.All’azione segue la fase di osservazione e cioè di rielaborazione insieme al conduttore delle esperienze vissute. Fondamentale in tale momento è l’ utilizzo delle videoregistrazioni che consentono oltre che di rivedere le proprie performance, di analizzare le emozioni provate. Fase ultima dell’ outdoor training è come detto l’ approntamento di modelli mentali che non è altro che la formazione di schemi alternativi possibili di azione. Al fine di rendere le esperienze vissute utilizzabili per la vita lavorativa di tutti i giorni è importante che le situazioni proposte dal conduttore, abbiano valore metaforico consentendo al conduttore stesso di rendere palese al partecipante una riflessione sul suo personale modo di comportarsi ed agire.
La formazione outodoor si articola in tre momenti: l’ azione, l’ osservazione e l’ articolazione di modelli mentali. Fulcro della formazione outdoor è l’azione e cioè la situazione da vivere ed agire così come proposta dal conduttore. A tale momento viene dedicata la maggior parte del tempo e delle energie.All’azione segue la fase di osservazione e cioè di rielaborazione insieme al conduttore delle esperienze vissute. Fondamentale in tale momento è l’ utilizzo delle videoregistrazioni che consentono oltre che di rivedere le proprie performance, di analizzare le emozioni provate. Fase ultima dell’ outdoor training è come detto l’ approntamento di modelli mentali che non è altro che la formazione di schemi alternativi possibili di azione. Al fine di rendere le esperienze vissute utilizzabili per la vita lavorativa di tutti i giorni è importante che le situazioni proposte dal conduttore, abbiano valore metaforico consentendo al conduttore stesso di rendere palese al partecipante una riflessione sul suo personale modo di comportarsi ed agire.
1 commento:
Ciao Elisa,
bel Post ... e non ti dimenticare anche della componente emozionale della formazione Outdoor:
“non si può nè conoscere nè creare conoscenza senza fare esperienza e non si fa esperienza senza patire e sentire emozioni”.
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